Marie Johanne e Daniel

«Pubblico questa intervista con Daniel Meurois perché CE QU’ILS M’ONT DIT… il libro pubblicato nel 2008 in francese e poi in spagnolo, prossimamente uscirà in Italiano con il titolo QUELLO CHE LORO MI HANNO DETTO
Fin dal 2008 ci è stato “impedito” di pubblicarlo in Italia, e l’opera è stata rifiutata con il pretesto che era stata “utilizzata” in Italia da altri formatori in Terapie Essene.
Ora finalmente uscirà: non è mai troppo tardi per mettere in chiaro le cose.
I messaggi presenti in questo libro contengono la base del nostro insegnamento in Terapie Essene ed Egizie secondo la Tradizione completa e originaria di Daniel Meurois e Marie Johanne Croteau (Le Grand Livre des Thérapies Esséniennes et Egyptiennes, in italiano COMPENDIO DI TERAPIE EGIZIE ED ESSENE, ed. Amrita).
Questi numerosi messaggi sono stati canalizzati da Daniel Meurois in un piccolo villaggio del Périgord dal 1984 al 1995, anno in cui se ne andò dalla Francia… poi in Québec dal 1996 a tutt’oggi, e continuano ad arrivare…»
QUELLO CHE LORO MI HANNO DETTO
Messaggi colti e raccolti – con Daniel Meurois

Intervista a cura di Marie Johanne Croteau

Marie Johanne Croteau:
Daniel Meurois, lei dice di non aver mai pensato di rendere pubblico il lavoro fatto canalizzando questi testi… Eppure oggi è successo con l’uscita di CE QU’ILS M’ONT DIT presso le Editions du Passe-Monde. Perché mantenere così a lungo il riserbo su questi messaggi che, insieme ad altri, hanno costituito il materiale originario su cui sono basate le terapie che nel loro insieme sono conosciute come “Terapie essene”? E perché parlarne proprio oggi?
Daniel Meurois:
A dire la verità, ciò che ho fatto ogni settimana davanti a poche decine di persone per una decina d’anni e più mi sembrava che potesse riguardare unicamente quel gruppo informale e ognuno dei suoi membri nella loro evoluzione personale. Per me era dunque naturale non parlarne… se non in privato, e comunque con discrezione. Non immaginavo che la sostanza degli insegnamenti che trasmettevo potesse estendersi a ben oltre una trentina di persone.
Sono dovuti passare quasi tredici anni affinché qualcuno a me vicino – dopo aver trovato per caso il raccoglitore in cui tenevo quei testi – attirasse la mia attenzione sul fatto che il contenuto dei messaggi che avevo captato non soltanto riassumeva un vero percorso umano che poteva essere utile a tutti, ma costituiva anche una notevole quantità di informazioni di ordine terapeutico.
In seguito ci misi due mesi a decidermi a pubblicare quei testi, non in versione integrale ma estraendone la quintessenza. Riscoprendoli poco a poco – dal 1995 non li avevo più nemmeno sfogliati – mi arresi all’evidenza che il loro insieme formava effettivamente un documento che poteva servire da supporto alla crescita di un gran numero di persone e anche una banca dati non trascurabile nel campo delle terapie energetiche.
Con il sottotitolo del mio libro, che ha un doppio senso, ho cercato di tradurre i concetti di captazione interiore e poi di riscoperta di un dono venuto da Lassù: “colti e rac…colti”.
Allo stesso modo, per spiegare meglio il mio riserbo sull’esistenza di questi testi rispetto al grande pubblico, devo dire che ho sempre vissuto l’atto di canalizzare, o piuttosto lo stato di canalizzazione, come un qualcosa di molto intimo. In quei momenti privilegiati, personalmente entro in uno stato di sensibilità – e quindi di vulnerabilità – che fa sì che in linea di principio non abbia voglia di essere osservato. Lo ripeto, il rapporto che ho con l’Invisibile per me ha a che fare con l’intimità, e quindi ho delle reticenze a manifestarlo di fronte a un grande pubblico.
A questo proposito, qualche anno fa, a Torino, Quelli che io chiamo i miei “Fratelli delle Stelle” mi hanno teso un’imboscata, facendomi canalizzare senza preavviso di fronte a più di trecento persone. È andato tutto bene, ma confesso che me la sono un po’ presa con loro per il fatto di avermi colto così “a freddo” in uno stato che per me doveva essere molto privato! Da allora non me l’hanno più chiesto… Per fortuna! Il messaggio di quel giorno è riprodotto in QUELLO CHE LORO MI HANNO DETTO, perché mi sembra di grande importanza; è l’unico a non essere stato trasmesso in Périgord, dove sono nati tutti gli altri messaggi del mio libro.

MJC:
Qual è la Fonte originaria di quei messaggi? Da dove provengono?
DM:
In effetti, è una doppia Fonte. Alcuni messaggi provengono da esseri che si presentano come parte della Sfera di Coscienza del pianeta Venere. Sono quelli che chiamo i miei Fratelli di Lassù o anche i miei Amici.
Gli altri messaggi – e non dei meno importanti – mi sono stati comunicati da Maestri realizzati legati al mondo di Shambhalla. Questi portano tre firme distinte: El Morya, Kut Humi e Djwal Khul detto anche “il Tibetano”. Tutti questi nomi, tuttavia, hanno un’importanza secondaria sia per questi Esseri che per me. Prevale certamente il contenuto di ciò che è stato comunicato e che, io credo, può servire da fermento per un vero lavoro interiore, individuale o di gruppo.
Si tratta di un insegnamento che incita sia alla riflessione che alla meditazione e a un contatto pratico con la natura energetica del corpo umano. Questo aspetto pratico, una volta strutturato, ha dato vita a ciò che globalmente è stato in seguito chiamato Terapie essene. Perché questo nome? Perché gli Esseni sono stati uno dei popoli che hanno utilizzato maggiormente queste conoscenze energetiche di tipo universale. È facile capire che, evidentemente, ciò che importa non è il nome dato alle terapie, ma l’essenza del “corpus luminoso” che sta a monte di tutto ciò.

MJC:
Come è avvenuta la captazione di quei messaggi? Attraverso la scrittura automatica? Per incorporazione?
DM:
A volte attraverso una semplice trasmissione telepatica che trascrivevo in diretta su un foglio di carta con la mia stessa scrittura cosciente. È un fenomeno diverso da quello della scrittura automatica nel corso della quale, si sa, la mano che scrive non è padrona di se stessa.
Tuttavia, la maggior parte delle volte i messaggi sono stati trasmessi oralmente, per incorporazione. In un caso simile, questo significa che non ero più nel mio corpo di carne ma che quest’ultimo era pienamente abitato dalla Presenza insegnante che si esprimeva attraverso la mia bocca senza che io stesso fossi consapevole di ciò che veniva trasmesso. Non ho mai saputo dove si trovasse la mia anima in quei momenti. L’unica cosa certa è che non era “lì” e che, dopo, dovevo ascoltare la registrazione per venire a conoscenza del contenuto di ciò che era stato comunicato. È un esercizio che richiede davvero di abbandonare il controllo…

MJC:
Gli Esseri che le consegnano quei messaggi attraverso la canalizzazione sono gli stessi che le permettono la lettura degli Annali dell’Akasha? Continua a essere in contatto con Loro?
DM:
Direi che tutte queste Presenze insegnanti sono effettivamente quelle con cui lavoro regolarmente da molto tempo. Mi guidano sui temi che i miei libri affrontano. Allo stesso modo sento anche che da Loro mi arriva una protezione profonda… il che peraltro non significa che mi evitino le difficoltà relative alla vita in questo mondo! Per quanto riguarda gli Annali dell’Akasha, no, non sono Loro che me ne permettono direttamente la lettura. Da Loro ho ricevuto dei consigli in questo campo affinché il mio lavoro fosse facilitato, ma l’autorizzazione all’accesso agli Annali viene da altrove, da un mondo per cui non ho un nome. Ancora una volta, i nomi sono illusori, sono semplicemente dei punti di riferimento utilizzati per soddisfare il nostro mentale umano incarnato.
Quando sono fuori dal mio corpo di carne, non mi dico mai “sono su tale o tal altro piano!”… Vivo semplicemente e pienamente ciò che in quel momento non considero nemmeno come un’esperienza, ma come la Vita che si offre nell’istante e per il meglio…
Quindi sono sempre in contatto con gli Esseri che sono all’origine di QUELLO CHE LORO MI HANNO DETTO. Tra noi c’è una sorta di complicità sacra. Mi sembra importante precisare che vivo tutto ciò in modo molto naturale. Per me non ci sono barriere fra i mondi se non quelle che creiamo attraverso le limitazioni dei nostri orizzonti interiori.

MJC:
Il suo nuovo libro QUELLO CHE LORO MI HANNO DETTO si rivolge a tutti o è stato scritto in modo particolare per i terapeuti? È il seguito di COSI’ CURAVANO?
DM:
In realtà si rivolge a tutti quelli che vogliono sinceramente progredire interiormente. Fra tutte le persone che hanno ricevuto in diretta e per oltre dieci anni ciò che il libro contiene, solo pochi si dedicavano alle terapie. Con il senno di poi, direi che erano essenzialmente delle persone in ricerca. Ciò che è stato trasmesso in questi testi è prima di tutto una sostanza adatta a nutrire l’anima e il cuore. Non si tratta del seguito di COSI’ CURAVANO e nemmeno di LE VESTI DI LUCE. È un’altra cosa, che viene a completare quelle opere, è come la quintessenza di un percorso, un soffio per alimentare una presa di coscienza, quelle di cui la nostra umanità ha forse bisogno oggi per progredire nella sua metamorfosi.

 

©  Daniel Meurois
©  Marie Johanne Croteau

traduzione di Renata Germanet