Che cosa significa essere umani?

A volte – ma dovrei dire sempre più spesso – me lo chiedo.

A priori può sembrare stupido, perché si ha l’impressione che la risposta sia ovvia e che la si conosca senza nemmeno doverci riflettere.

Essere umani… vediamo… significa… Giustamente, forse non è così facile trovare e comporre le parole giuste, quelle vere, quelle non convenzionali.

Sì, cos’è essere umani? Avere un certo aspetto fisico ed essere dotato di una certa personalità capace di dire “io”? Essere “come tutti gli altri”?

Secondo voi, è sufficiente? Personalmente, non ne sono per niente convinto… e ogni infamia che si manifesta su questa Terra mi dà ragione. L’insostenibile tragedia che è appena accaduta in Francia ne è la prova.

No, l’aspetto e qualche parametro quantificabile non sono di certo tutto. Ciò che rende l’umano degno di questo nome è il livello di coscienza… e questo, si sa, non si misura.

Come la maggior parte di voi, osservo tutti i giorni le immagini che fanno il giro del Pianeta, ascolto i discorsi che vengono tenuti, cerco di comprendere le decisioni che vengono prese o che non si vogliono prendere ma, soprattutto, cerco di individuare le ideologie ipocrite che si nascondono dietro qualche pretesto… e poi assisto impotente allo “spettacolo” delle diecimila guerre che si combattono simultaneamente.

Sembrerebbe che tutto ciò sia inevitabile… È umano, dicono…

Umano? Davvero?

Allora bisognerebbe forse cambiare espressione, perché potrebbe essere che non tutti abbiamo la stessa concezione dell’umanità.

La carneficina di venerdì 13 novembre a Parigi ce lo dimostra perché, secondo me, esige che si ridefiniscano le caratteristiche di ciò che costituisce l’umano, e la natura della malattia che corrode le nostre società forse da molto più tempo di quanto si creda.

Perché questa malattia ha proprio il marchio “del non umano”. Io ci vedo la malattia dei “dis-animati”, una sorta di cancrena dell’anima che si basa unicamente sulla volontà di distruggere tutto ciò che non desidera altro che vivere, respirare e, naturalmente, essere felice.

Nel gennaio 2015, potevamo tutti discutere sui limiti del diritto alla libertà di espressione: ma ora, dopo questi recenti avvenimenti, nessuna discussione è più possibile, semplicemente perché è il diritto alla vita a essere saccheggiato.

Il diritto di reagire, quello sì che è legittimo e indispensabile: bisogna brandirlo senza esitare, e su questo siamo tutti d’accordo.

Anche il diritto alla collera è legittimo, ed è normale che venga espresso con vigore: è un modo di manifestare un immenso dolore…

Questi diritti io li rivendico proprio come voi, immagino.

Tuttavia… facendolo, non voglio rinunciare a ciò che caratterizza la mia umanità. E se scrivo queste righe è soprattutto nella speranza di essere contagioso a questo livello… Perché, pur davanti all’infamia, non voglio assolutamente cadere nella drammatica spirale dell’odio.

L’odio si nutre di odio, si sa… anche se questo concetto non viene generalmente compreso né integrato. Perché questa “lebbra mentale del non umano”, del “dis-animato” che ho citato prima, è molto subdola, e non bisogna contrarla, con nessun pretesto.

Con il supporto di tutte le teorie che l’intelletto è capace di inventare si potrebbe dire qualunque cosa … il Male in quanto forza attiva esiste realmente, e affermarlo non significa essere dualisti. Ma solo essere lucidi.

Allora che cosa bisogna fare, di fronte al dilagare del Male? Per prima cosa, soprattutto non alimentarne la batteria… anche se molti atteggiamenti o riflessi continuano a invitarci a farlo: il rifiuto di ciò che non si conosce, la xenofobia, l’islamofobia, la chiusura in se stessi, il sospetto sistematico, la violenza verbale o fisica, tutte le forme di oppressione o chissà che altro di poco glorioso.

Evidentemente, non esiste una ricetta contro il Male che si manifesta allo stato puro, e nemmeno una predica, una morale da fare a chicchessia: perché chi ne è coinvolto non ha semplicemente orecchie per intendere…

Forse solo un vero, continuo e instancabile appello alla dignità di tutti coloro che hanno un cuore, al loro rafforzarsi in ciò che costituisce il meglio dell’Umano, alla loro volontà di amare la vita e di sostenerla fino alla fine.

In definitiva, amare è questo … continuare a vedere più lontano a qualunque costo, più lontano di questa Oscurità che pretende di inghiottirci.

Quando comprenderemo dunque che solo un potente afflusso di Luce potrà soffocare l’Ombra fino a farle perdere il suo fascino illusorio?

E poi, un’ultima cosa… non dimentichiamo che ciò che capita a noi, in Occidente, nel Vicino e Medio Oriente accade ogni settimana. Evidentemente, finora lo consideravamo lontano…

© DANIEL MEUROIS
traduzione di Renata Germanet

Novembre 2015